Riflessioni intorno ad un tema che torna sempre al suo principio…
Immagine di Fuxia Block per Sciopero Otto marzo #NonUnaDiMeno
Il mio problema con il “maschile” veniva da un pregiudizio, lo riconosco. E’ vero. La rappresentazione del maschile è stereotipata e manca di una consuetudine tipica delle analisi femministe intersezionali e queer: il mondo non è diviso in maschile e femminile perché è il binarismo di genere uno dei fattori che generano violenza. Se mi dico queer e poi ragiono per letture binarie, attribuendo il male al maschile e il bene al femminile, o, peggio, intendendo come unico accettabile un modello di persona la cui maschilità deve essere abbattuta, come se avvicinare il maschio al femminile (e non sono io che do una lettura omofobica ma proprio chi veicola un messaggio di questo tipo) significasse depotenziarlo, depotenziare la violenza, sto semplicemente legittimando una contraddizione. Non puoi essere queer e femminista della differenza allo stesso tempo. Se vuoi essere entrambe le cose dimentichi…
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una delle cose che non mi piace del pensiero queer è la tendenza a fare inutili seghe mentali e a spaccare il capello in ottantaquattro. Esistono i maschi e le femmine, esistono uomini e donne (sono sempre esistiti e sempre esisteranno,chi è uomo o donna in quesa cultura lo è anche in un altra), in maggioranza etero cis e poi gay bisex, trans ma sempre uomini e donne, ogni uomo è simile e diverso da un altro uomo, e ogni donna è simile e diversa da un’altra donna (e donne e uomini sono diversi fisicamente ma pari moralmente e intellettualmente) ma sono semre uomini e donne non c’è nulla di imposto. La maggioranza degli uomini e delle donne ha un corpo maschile o femminile, una minoranza non ha alla nascita un corpo corrispondente alla sua identità di genere e quindi deve “costruirselo” con o senza operazioni chirurgiche. Ci sono uomini violenti e uomini non violenti verso le donne, e ci sono anche donne violente. La differenza è che il tentativo maschile di dominare con violenza i corpi delle donne è strutturale in quasi tutte le epoche e le culture, questo non implica che i maschi sono “tutti cattivi” e le femmine “tutte buone” no questa è una sciocchezza ma implica che lo stupro di un uomo si una donna non è equiparabile ai rarissimi casi in cui si verifica il contrario
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